Il vademecum del buon cardiochirurgo

Dott. Leonardo Patanè - Cardiochirurgo
Essere empatici: è solo uno dei punti del vademecum del buon cardiochirurgo secondo il Dott. Patanè, esperto in Cardiochirurgia a Catania
Generalmente il rapporto tra medico e paziente che è una componente essenziale nella cura di una malattia, soprattutto nei casi in cui la cura consiste in un intervento chirurgico e ancora di più quando si tratta di chirurgia di alta specialità come la cardiochirurgia. Le capacità professionali e le conoscenze tecniche sono indispensabili, ma questo non basta: bisogna coniugare conoscenze ed esperienza con umanità e disponibilità.
L’approccio con il paziente: la chiave è l’empatia
È bene che sia un rapporto pari grado. Non importa se il paziente è giovane o anziano, se è ricco o povero, se è un semplice operaio o ricopre un’alta carica dello Stato. Quello tra medico e persona ammalata o presunta tale, deve essere un rapporto tra due esseri umani che entrano in sintonia, comunicano sulla stessa lunghezza d’onda ed hanno lo stesso obiettivo: combattere la malattia con l’obiettivo di sconfiggerla. Il compito di stabilire questo rapporto positivo (empatia) spetta soprattutto al medico. Se si entra in empatia, tutto sarà più semplice e, anche se non ancora del tutto dimostrato scientificamente, credo che la percentuale di successo e di guarigione aumenterà.
Medico e paziente devono parlare la stessa lingua
La persona che scopre di avere una malattia al cuore ha paura o quanto meno è preoccupato perché non conosce quello che lo attende. Spesso ha voglia di parlare, altre volte è taciturno. In ogni caso è desideroso di informazioni sulle sue condizioni di salute ed aspetta dettagli sulle possibilità di guarigione, sulle aspettative di vita, in termini di qualità e quantità e su quello che potrà fare in futuro. Ed inoltre, cosa normale, teme l’intervento, a volte ne accetta l’idea più facilmente, altre volte con difficoltà, altre volte ancora la rifiuta. Il medico chirurgo invece affronta quotidianamente queste situazioni e non è influenzato da fattori emozionali. Spetta quindi a lui stabilire un rapporto, al tempo stesso umano e professionale, con il paziente. Spetta a lui mettersi sullo stesso piano, “parlando la stessa lingua” della persona che ha di fronte.
Ascoltare il paziente
Il paziente va innanzitutto messo a proprio agio durante la visita cardiologica, va ascoltato, vanno esaminati i documenti in suo possesso, va visitato e se necessario vanno richiesti ulteriori accertamenti. Dopo va informato in maniera precisa sulla propria malattia, sulle cause e sui provvedimenti da prendere. Se è necessario un intervento, spiegare bene il perché di tale scelta, i pro e i contro. Grazie ai miglioramenti della medicina e delle tecniche chirurgiche oggigiorno è possibile rassicurare il paziente nella maggior parte dei casi, senza però mai sottovalutare o minimizzare i possibili rischi.
In ogni caso, dopo le opportune informazioni, la scelta finale sulla scelta della strategia terapeutica spetta al paziente ed il medico deve accompagnarlo in questa scelta supportandolo.
Il vero cardiochirurgo non va mai in vacanza
Il cardiochirurgo deve essere sempre disponibile, 24/7. Le malattie di cuore infatti non conoscono vacanze, festività, giorno o notte. Questo molto spesso va a discapito della vita privata e della propria famiglia. È difficile trovare un professionista che abbia insieme tutte queste qualità e soprattutto che riesca ad esprimerle in ugual modo tutti i giorni, ma questo è l’obiettivo che dovrebbe guidare il suo lavoro quotidiano.
Ritengo il lavoro del medico sia un lavoro difficile che richiede conoscenza, intuito, capacità tecniche, empatia, impegno, disponibilità e coscienza. Ritengo al tempo stesso che sia un grande privilegio aver la possibilità di contribuire a ridare ad una persona il bene più prezioso, ovvero la salute.

Editor: Valerio Bellio
fonte: https://www.topdoctors.it/articoli-medici/il-vademecum-del-buon-cardiochirurgo

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